Berlusconi difeso dalla Gelmini, che ha una crisi di nervi

Puntata di Ballarò molto animata, inaugurata dal solito, grande Crozza. Gli ospiti sono rissosi e Floris fatica più del solito a gestirli (a un certo punto la Gelmini sbrocca in una crisi isterica ed è costretto a mandare un filmato celebrativo dei dieci anni – quasi, la trasmissione ha visto la luce nel 2002 – di Ballarò, filmato dedicato per un terzo del tempo a Silvio Berlusconi, distribuito tra le celeberrime telefonate e un’incredibile presenza in studio successiva a una sconfitta elettorale). La Perina mette al centro la questione della meritocrazia (mancante in Italia), tutte le leggi porcata volute da Silvio Berlusconi e votate fino all’anno scorso dagli esponenti di Fli. La Gelmini, urlando con il solito tono arrogante, sprezzante, e la solita foga, racconta la favoletta della povera ragazza in difficoltà alla quale il premier generoso ha dato una possibilità regalando la macchina della depilazione, e altre fesserie alle quali ormai credono solo nei fan club di Berlusconi. Non manca la solita, indecente stilettata ai magistrati, colpevoli di fare il loro dovere e di intercettare un vecchio maniaco all’opera, e il capovolgimento della frittata è completo. Enrico Letta, ricorda quanto sia eversivo un premier il quale, per vincere le elezioni, parla di “brigatismo giudiziario” (letteralmente), frase ispiratrice dei tristemente noti manifesti di Milano. Il peggio però la ministra lo dà quando, con la consueta difficoltà nell’esprimersi, tocca l’argomento scuola. Gli imponenti tagli, che le vengono puntualmente ricordati dagli altri ospiti e che hanno devastato un settore così cruciale, diventano “mancate spese”. Evidentemente da Silvio Berlusconi ha appreso molto bene l’arte della menzogna. Contestata con solide argomentazioni da Letta, che menziona un documento di Tremonti nel quale si capisce che i tagli ci saranno anche per i prossimi anni e che ricorda come negli altri Paesi europei nella scuola si investa molto di più, dà fuori di matto e se la prende perfino con il povero Pagnoncelli.

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