Quel bluff di Nichi

autore: Marco Campione & Antonio Funiciello

Governare è scegliere da che parte stare

Un triste slogan di una certa sinistra (il giornale “Lotta Continua” nei giorni del sequestro Moro, se non ricordiamo male) fu “né con lo Stato, né con le BR”. Se lo intestò anche un intellettuale molto militante, Leonardo Sciascia, per segnare una sorta di equidistanza. Quella stagione – quella dell’equidistanza – per fortuna durò molto poco, perché intervennero eventi tragici (la morte di Moro e poi gli omicidi di persone di specchiata onestà come Vittorio Bachelet) a far capire anche ai più riottosi dove fosse la ragione e dove il torto. E i terroristi vennero annientati.

Oggi – a distanza di anni – l’errore si ripete con il conflitto libico e un altro scrittore prestato alla politica, Nichi Vendola (intervistato oggi da Repubblica), afferma: «per me lo slogan è no a Gheddafi, no alla guerra». Purtroppo è un riflesso condizionato: probabilmente capisce che la posizione della pancia del suo elettorato è quella sbagliata, ma al contempo rinuncia a scegliere per non dover fare i conti con le proprie contraddizioni.

Ci sono momenti nei quali l’equidistanza è colpevole e questo è uno di quei momenti: niente scorciatoie, caro Nichi, non ti salverà il tuo bel narrare dall’onere di una scelta. Governare è scegliere da che parte stare e se ti vuoi candidare a guidare il centrosinistra non ti sono più concessi facili equilibrismi. È in corso una guerra contro Gheddafi su mandato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Oggi chi dice no a Gheddafi ha scelto di dire sì a questo intervento militare. Coi dubbi su come andrà a finire e sul prezzo di vite umane che questo conflitto farà pagare a tutti, ma con una certezza: l’alternativa sarebbe stata guardare da un’altra parte mentre il dittatore portava a compimento il genocidio dei suoi oppositori.

Nichi Vendola è un bluff. Chi ha a cuore il Pd dovrebbe tenersene lontano, perché il maggior problema del centrosinistra è già quello della incerta credibilità riscontrata presso gli italiani in quanto forza di governo. Credibilità che gli equilibrismi e il qualunquismo di Vendola minano irrimediabilmente. Dai tempi dell’uomo qualunque di Giannini, il qualunquismo è l’attitudine principe dell’anti-governo. La principale differenza tra Guglielmo Giannini e Nicola Vendola è che il secondo ha scritto più libri del primo e il primo ne ha letti molti più del secondo

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