Il girotondo del Governo

Berlusconi tra appetiti e destabilizzazione. Il sottosegretario Giovanardi lamenta i tagli alle politiche della famiglia: “E’ una situazione francamente insostenibile, non sono in grado di esercitare la mia delega”. Scajola vede Berlusconi dopo la minaccia di costituire gruppi parlamentari autonomi per ridare voce agli ex Forza Italia oscurati dalla componente aennina: si parla, per lui, di un posto nel coordinamento nel Pdl o di una delega adhoc nel partito, come gli Enti locali. Galan si avventa sui Beni culturali, e Saverio Romano è pronto a sostituirlo all’Agricoltura

Giovanardi, Scajola, poi c’è l’addio, da mesi imminente, di Sandro Bondi. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in questi giorni ha parecchie gatte da pelare: il tanto decantato allargamento della maggioranza ha prodotto gelosie che, uniti a vecchi rancori e malumori (causati specialmente dai tagli orchestrati dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti) stanno destabilizzando il governo.

Inattesa è stata, stamattina, l’uscita del sottosegretario Carlo Giovanardi: troppi tagli, ha detto l’ex Udc, così me ne vado. A fronte della “decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni” Giovanardi ha detto al premier Silvio Berlusconi, che la sua delega è a rischio. “E’ chiaro che in queste condizioni non sono in grado di esercitare la mia delega per la famiglia”, ha detto Giovanardi precisando che “non c’è il problema di dimissioni, perché non c’è più nulla da cui dimettersi”.

Il sottosegretario, parlando a margine di un incontro al Cnel sulla fiscalità della famiglia, ha sottolineato che per lui e per il programma di governo la famiglia “è una priorità, ma le misure economiche sono in contraddizione”. I tagli “mai discussi con il dipartimento, sono stati un fulmine a ciel sereno”. Giovanardi ha precisato che “i 20 milioni che rimangono” al dipartimento della Famiglia “dovrebbero essere concordati con le Regioni. Non si può quindi far fronte alle spese obbligatorie, ad esempio per le adozioni familiari e per la legge sulla conciliazione casa-lavoro. E’ una situazione francamente insostenibile. Potrei dire polemicamente che non è vero che vengono fatti solo tagli lineari perché sul fondo della famiglia siamo andati ben al di là”. Con questo taglio “che non posso accettare”, ha concluso Giovanardi “il dipartimento non sarà in grado di fare le azioni di coordinamento e promozione”.

Così per Berlusconi la grana Giovanardi si è sommata a quella Scajola, ex ministro dimessosi in seguito allo scandalo della casa vista Colosseo. Scajola da qualche giorno reclama a gran voce il rientro sulla scena, si è fatto portavoce di un malcontento che cova nel partito tra gli ex Forza Italia, infastiditi dal protagonismo della componente ex Alleanza nazionale. Scajola minaccia addirittura di costituire gruppi parlamentari autonomi alla Camera e al Senato in cambio. La mina sarebbe disinnescata, sembra, solo offrendogli il posto di coordinatore del partito (Bondi è eterno partente) o un ministero.

Oggi Scajola ha visto Berlusconi, pare che l’incontro sia stato interlocutorio. Il faccia a faccia di oggi a pal sarebbe servito a chiarire le posizioni, ma non a sciogliere i nodi sul tappeto sul ‘rientro’ con un ruolo di peso nel partito. Scajola, riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, avrebbe spiegato che non intende fare nuovi gruppi e creare divisioni, ma occorre dare spazio e voce agli azzurri della prima ora, berlusconiani doc. Il presidente del Consiglio, riferiscono, avrebbe compreso le sue ragioni e assicurato che farà di tutto per individuare insieme una soluzione adatta a risolvere la situazione. Il Cavaliere, spiegano alcune fonti, avrebbe spiegato che ora non è il momento di creare nuove tensioni interne, ma certamente terrà conto dell’analisi dell’ex ministro. Qualcuno parla di un incarico come responsabile degli enti locali del Pdl per l’ex coordinatore azzurro, ma non ci sono conferme a riguardo.

Lo stesso Scajola, al termine dell’incontro, non si sbilancia più di tanto ma assicura che il suo intento non è quello di dividere ma semmai quello di ‘unire’. “E’ stato un incontro come sempre franco e cordiale”, ha detto l’ex ministro lasciando Palazzo Grazioli dopo circa tre quarti d’ora di colloquio con il cavaliere. “Che cosa ha chiesto?”, gli è stato domandato. “Non sono abituato a chiedere”, ha risposto Scajola. Aggiungendo: “Riflettiamo… Riflettiamo”. L’ex ministro ha sottolineato: “A me piace sempre unire e non dividere”. Alla domanda se abbia rinunciato all’idea di fare un gruppo autonomo, Scajola non ha risposto, limitandosi a salutare i giornalisti.

Ma Scajola, all’interno dell’area di governo, non è l’unico ad avere appetito. Oggi Giancarlo Galan, ministro dell’Agricoltura, si è praticamente auto – candidato (ma anche i boatos lo danno in pole position) a prendere il posto di Bondi ai Beni culturali. Galan ha detto: “Se dovessi cambiare ministero, beh posso dire che qualche buona idea per sovraintendere i beni culturali ce l’ho. Tutto si può dire, ma non che mi manchino idee e fortuna e nel settore della cultura ci vuole”. Al posto di Galan all’Agricoltura dovrebbe andare Saverio Romano, in rappresentanza del gruppo dei “responsabili”.

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