Se ora anche il Fatto di Travaglio scopre il “totalitarismo” di Grillo

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beppe grillo movimento 5 stelleE alla fine anche il Fatto quotidiano (seppur con la formula dell’epistola di dissenso rispetto alla Linea Ufficiale Travaglista) scopre il «totalitarismo» del Movimento 5 Stelle.
È il direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais a incaricarsi di svelare le malefatte dei due padri padroni Grillo e Casaleggio, polemizzando con Travaglio che aveva prontamente invitato il ribelle Favia a uscire dal «club che non gli piace più» o, in alternativa, a dissentire «a viso aperto».

Troppo facile, ribatte Flores, in un intervento dal titolo «Grillo, non fare il caudillo». «Se in un movimento politico i militanti hanno paura di parlare a viso aperto, questo è già il sintomo macroscopico e non rimuovibile di un gravissimo problema, la cui responsabilità ricade interamente sui vertici, che evidentemente hanno creato un clima vissuto come intimidatorio», scrive Flores.

«L’idea che i contatti tra militanti di situazioni e cita diverse non possano avvenire direttamente, ma sempre e solo attraverso lo strumento in mano ai vertici, è tecnicamente parlando, un tratto inerente al totalitarismo. Dove ciascuno è isolato, e può entrare in contatto con gli altri solo passando per l’Egocrate, personale o collettivo (Politburo) che sia».

Dopo questa condivisibile analisi, Flores ribadisce però che, in confronto alla «fogna della politica» tradizionale, il M5S resta comunque il faro per tutti i sinceri democratici. E dunque s’appella a Grillo e al suo guru chiedendo di «virare verso modalità democratiche» per «non fare un inaspettato e gradito regalo alla Casta».

Tuttavia, sull’house organ del M5S, il sasso è stato lanciato: in poche decine di righe una delle firme più brillanti liquida Grillo come totalitario, caudillo, egocrate e paragona il gotha del movimento al «Politburo» sovietico. Di questi tempi, non è poca cosa…

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