Berlusconi fugge all’estero ed evita audizione coi pm

Dicono che è una questione di «slot temporale». S’è aperta all’improvviso «questa finestra utile» martedì mattina per incontrare il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy e nel pomeriggio il Commissario europeo Manuel Barroso entrambi poi subito in partenza per impegni internazionali uno dei quali in Sudafrica. Un incontro «indifferibile» perchè tanto Barroso che Van Rompuy si sono «esposti personalmente sulla manovra economica del governo italiano ed è necessario non solo ringraziarli ma andare a riferirne contenuti e modalità. Onorarne l’impegno».

E insomma, tra palazzo Chigi e palazzo Grazioli è tutto un correre e un darsi da fare per trovare le parole giuste per spiegare l’ennesima fuga del premier dai pm. Parole giuste e anche un po’ pompose tra le quali è difficile cogliere la motivazione reale di questo improvviso viaggio a Bruxelles e poi a Stasburgo se non la necessità di evitare l’interrogatorio con i pm di Napoli sul caso Lavitola-Tarantini, estorsione subìta e filoni conseguenti come quello della fuga di notizie con la telefonata a Lavitola in cui il premier lo consiglia di «restare pure lì dov’è», cioè all’estero evitando l’arresto.

Il rinvio per legittimo impedimento s’era fatto strada già venerdì quando il premier, dopo l’ennesima lettura di telefonate intercettate – indiscrezioni dicono abbia già potuto dare un’occhiata al famoso e bollente dossier barese sul giro di escort – ha detto basta. Ha preteso che il ministro Guardasigilli Francesco Nitto Palma prendesse in esame l’ipotesi di spedire gli ispettori a Napoli («un atto dovuto« davanti all’interpellanza dei deputati Pdl Costa e Contento). E che si trovasse il modo di rinviare l’interrogatorio di martedì. In cui il premier è convocato come persona informata sui fatti ma è assai probabile che ne possa uscire indagato.

Jolly Bruxelles
E così è stato calato il jolly Bruxelles. «Barroso e van Rompuy – si spiega a palazzo Chigi – si sono esposti personalmente sulla manovra italiana, il loro sì è arrivato già la notte in cui il testo è stato approvato al Senato. Sembra corretto, oltre che doveroso, incontrarli, spiegare il dettaglio e ringraziare e discutere su quello che deve essere ancora fatto». Il premier esclude correttivi alla manovra («non ce n’è bisogno» ha detto a Vespa che lo ha intervistato per lo speciale di Porta a Porta sull’11 settembre). E però non c’è dubbio che le dimissioni traumatiche di Juergen Stark dal direttorio della Bce (un falco la cui assenza dovrebbe solo tranquillizzare l’Italia), il venerdì nero sui mercati e le aste di Bot e Cct delle prossime settimane sono temi su cui il premier deve potersi confrontare con i vertici della Ue. Certo, colpisce che un incontro così decisivo da un punto di vista diplomatico e dei contenuti avvenga in assenza del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. «Il ministro sarà in aula a Montecitorio per la manovra. Si dividono i compiti» rimbalza dal ministero di via XX Settembre. Berlusconi ieri, sabato estivo di settembre, è stato tutto il giorno a palazzo Grazioli in compagnia dell’instancabile e ormai inseparabile Ghedini. Hanno molto su cui discutere, i due. E parecchio da leggere. Carte, verbali, intercettazioni, Napoli, Bari e la grana più grossa, il processo Ruby, che riprende a Milano il 3 ottobre e dove ogni tanto spuntano giovani donne con bunga bunga da raccontare. Questa volta la preoccupazione è per Catarina, la ragazza del Montenegro che «praticamente viveva ad Arcore» e una sera è stata male. Presenti Faggioli, Minetti e molti altri. Perchè è stata male la ragazza? Quale l’origine del malore?

«Una più, una meno…»
Problema dopo problema, Ghedini presidia i tanti fronti della trincea giudiziaria come può. Ieri mattina ha parlato con il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore per spiegare i motivi del legittimo impedimento. La procura non ha, ovviamente, battuto ciglio, e domani sarà fissato un nuovo appuntamento. Non si esclude che la nuova data «possa cadere già nella settimana che viene». A palazzo Grazioli viene smontata ogni ricostruzione giornalistica che parla del leader solo, furibondo e ossessionato dalle paure. Il timore per le intercettazioni di Bari che potrebbero uscire in settimana? «Tanto, a questo punto, intercettazione più, intercettazione meno… l’hanno capito tutti che è una persecuzione. E il Presidente sta benissimo». Ieri sera è andato alla festa post matrimonio del ministro Brunetta. Un week end tranquillo prima delle barricate della prossima settimana: caso Milanese (voto in giunta per l’arresto), manovra con una nuova fiducia tra martedì e mercoledì, deposito degli atti a Bari, ogni giorno è buono a partire dal 15 settembre. Tra le tante volte che il premier è fuggito davanti ai pm, questa tutto sommato ha una forma di giustificazione. Ci immaginiamo un interrogatorio del premier a mercati aperti e a manovra ancora da approvare? Meglio evitare.

11 settembre 2011

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