Nucleare, passa la moratoria

La Camera dice sì al decreto Omnibus che contiene la moratoria della costruzione delle centrali nucleari, l’escamotage del governo per bypassare il referendum del 12 e 13 giugno prossimi. Protesta il comitato promotore, la Cassazione dovrà decidere se la mossa dell’esecutivo sarà sufficiente a cancellare la consultazione popolare. Bossi, nel frattempo, dice sì al voto a favore dell’acqua pubblica

Passa alla Camera il decreto cosiddetto Omnibus, su cui il governo aveva posto la fiducia: 313 i sì, 291 i no. Il provvedimento ingloba norme diverse tra di loro, ma è all’attenzione della cronaca perché contiene la moratoria della costruzione delle centrali nucleari. Il presidente del Consiglio ha già ammesso chiaramente che si tratta di uno stop temporaneo per bypassare il referendum del 12 e del 13 giugno prossimi. Una volta convertito in legge il decreto la Corte di Cassazione dovrà stabilire se il referendum si potrà ancora tenere o se la moratoria sia sufficiente a revocarlo.

Protesta il comitato promotore, che ha organizzato davanti a Montecitorio un sit – in assieme ai “colleghi” dei referendum sull’acqua pubblica, in programma anch’essi il 12 e il 13 giugno. Le ottanta associazioni contro il nucleare commentano così il voto di Montecitorio: “Un governo terrorizzato dall’opinione degli italiani fa marcia indietro su uno dei punti qualificanti del proprio programma e cancella il nucleare. Ma sappiamo che è un trucchetto, e che tenteranno di riprovarci. Per questo vogliamo il referendum”. Il Comitato dice: “Non ci accontentiamo: perchè il nucleare esce dalla porta ma cercheranno di farlo rientrare quanto prima dalla finestra”. Per questo, concludono le associazioni, “sarebbe bene che agli italiani non venga tolto il diritto costituzionalmente riconosciuto” di votare per il referendum per sancire “così l’addio definitivo all’atomo”.

Interessanti prese di posizione si registrano intanto sull’altro referendum (due quesiti) che mira ad abrogare parti significative della legge che privatizzerebbe l’acqua. Anzitutto la chiara presa di posizione del leader della Lega nord Umberto Bossi, che interpellato dai cronisti sull’appuntamento referendario, dice: “Alcuni quesiti sono attraenti… come quello sull’acqua”. Poi non perde occasione di polemizzare con il Pdl: ”Avevamo detto a Berlusconi di fare una legge sull’acqua e noi l’avremmo appoggiata, poi si è messo di mezzo Fitto e alla fine nessuno l’ha fatta”. Insomma, una presa di posizione strumentale in vista dei ballottaggi e mirata a prendere posizione all’interno della maggioranza (anche in vista di un sempre più vicino dopo – Berlusconi) ma che potrebbe dare una mano alla riuscita della consultazione.

Un’altra presa di posizione importante è arrivata anche dalla Conferenza Episcopale Italiana, che attraverso il segretario Monsignor Crociata è intervenuta, un po’ implicitamente ma neanche troppo, a favore del referendum sull’acqua: “L’acqua è questione di responsabilità sociale e bene comune, è necessario che vi sia responsabilità verso i beni comuni e che rimangano e siano custoditi per il bene di tutti”, ha detto il vescovo. Crociata ha anche sottolineato l’importanza dei referendum che – ha detto- “esprimono una delle forme della volontà popolare e per questo sono da apprezzare”.

Entrambi i comitati referendari hanno protestato occupato pacificamente la sede Rai di viale Mazzini per protestare contro la scarsa copertura informativa delle consultazioni. Li ha ricevuti il direttore generale Lorenza Lei che al termine dell’incontro ha assicurato interventi per intensificare l’informazione sulle reti pubbliche.

http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=17827

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