Anteprima: LAINATE NOTIZIE APRILE 2011

LOTTA ALLA MAFIA: UN BELL’ESEMPIO DI IPOCRISIA.

“Avreste mai nominato Direttore Generale della più grande ASL d’Italia, una persona con le seguenti caratteristiche: pregiudicato, indagato per 2 anni dalla DDA di Milano per associazione mafiosa, intercettato al telefono con esponenti della ‘ndrangheta e successivamente fotografato sempre con gli stessi personaggi, tutti arrestati nell’ambito dell’inchiesta Infinito”. Lo stesso che ha nominato come direttore sanitario un’altro personaggio che, a distanza di una sola settimana dall’insediamento, ha rassegnato le dimissioni, dopo essere stato rinviato a giudizio, per una inchiesta su presunte irregolarità in un concorso al Policlinico di Messina ?

La mozione che abbiamo sottoposto alla decisione del consiglio comunale, poneva ai singoli consiglieri un semplice quesito ! Ebbene, per chi rappresenta i cittadini lainatesi, tutto ciò non è stato sufficiente. Il consiglio comunale di Lainate con solo sei voti favorevoli (Borroni e Clerici del Partito Democratico, Conti, Zannini e Contin di Lainate nel Cuore e Battistini di Unione Democratica) e sette voti contrari (Cattaneo, Savino e Procopi del PDL, Perfetti di LNC, Campana della Lista Anzani, Marazzi della Lega Nord, Pilati del Gruppo Misto) hanno detto NO al nostro quesito, che chiedeva al Governatore Formigoni l’immediata revoca della nomina “politica” del nuovo direttore dell’ASL 1 Milano. Gli altri 3 consiglieri non hanno neppure partecipato al voto: c’è chi ha scelto di defilarsi, uscendo dall’aula prima ancora che fosse discussa la mozione (Anzani e Rezzonico della Lista Anzani) chi invece al momento della votazione, è uscito dichiarando una presunta incompatibilità (Garampazzi di LNC). Ma la ciliegina sulla torta invece, hanno pensato bene di metterla astenendosi, il Sindaco Alberto Landonio e  il Presidente del Consiglio Comunale Alvaro Pravettoni ambedue di LNC.

Lasciando ad ogni cittadino le opportune valutazioni sull’esito negativo della votazione, vogliamo sintetizzare questa vicenda, riportando la frase di un uomo che, dopo le sue denunce e le successive minacce ricevute, dal 2008 vive sotto scorta: “Se un amministratore dice che in Lombardia la ’ndrangheta non c’è, o è un imbecille o è colluso” (Giulio Cavalli 33 anni Consigliere Regionale).

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