Cgil: 10 maggio mobilitazione per i precari. Esenzione ticket per i disoccupati dopo lo stop il governo fa retromarcia

Nel disegno di legge sul lavoro all’esame del Senato era saltata l’esenzione dei ticket per le prestazioni di diagnostica strumentale e di altre prestazioni specialistiche in favore dei disoccupati e dei familiari a carico. Il governo parla di un “refuso” e lo reintegra. Istat: Tre milioni di “ scoraggiati” non cercano più lavoro

L’esenzione del ticket per disoccupati sarà ripristinata nel disegno di legge di riforma del mercato del lavoro tramite emendamento del governo. Lo comunica il ministero del Welfare in una nota precisando che si è trattato di “un refuso”. In realtà ha pesato la protesta del Pd e dei sindacati.

“Meno male, diversamente sarebbe stato un caso maniacale”, commenta il segretario della Cisl Raffaele Bonanni.

Ma non c’è solo questa norma saltata e reintegrata a dare il segno di quanto poco contino le persone, addirittura il loro stato di salute. I precari di cui tanto si è parlato, i giovani, che sono stati strumentalizzati da chi voleva lo scalpo dell’articolo 18, insieme alla carenze sugli ammortizzatori sociali sono l’altra faccia di una “riforma del mercato del lavoro che appare avere un unico aspetto positivo: l’aver respinto, per ora, l’attacco all’articolo 18. Un segno di civiltà come ha detto più volte Bersani.

Dopo la giornata di mobilitazione unitaria per cambiare le misure per le pensioni, “esodati” e ricongiungimento dei contributi, al Direttivo della Cgil Susanna Camusso ha annunciato una nuova giornata di mobilitazione per il 10 maggio. “Nel ddl per la riforma del lavoro ci sono arretramenti sui precari, quindi la Cgil – ha detto il segretario generale – si impegna a “sostenere una politica di contrasto alla precarietà e le richieste di modifica al provvedimento, perché ai giovani di questo paese si diano delle risposte effettive”.

Tre milioni di “ scoraggiati” non cercano più lavoro

La riunione dell’organismo dirigente di Corso d’Italia avviene proprio mentre dall’Istat arriva un segnale gravissimo dello stato del Paese, un segnale concreto di cosa significa la parola disperazione per milioni di persone. Infatti risultato essere ben 2.897 mila le persone che, pur essendo disponibili a lavorare, hanno rinunciato a cercare un posto di lavoro. Agli “esodati” si vanno ad aggiungere gli “scoraggiati”, un vero e proprio esercito composto per il 16,8% di donne e del 7,9% di uomini.

Per quanto riguarda i giovani (15-24 anni) il 33% della forza lavoro giovanile rinuncia cercare un posto. Sommiamo il numero dei disoccupati pari a 2.108 mila e si arriva a cinque milioni fra “scoraggiati” e disperati. Se consideriamo che gli ordini nell’industria sono diminuiti del 13,2”%, i fallimenti delle piccole e medie imprese già nel 2010 erano ben 11.289 e sono ulteriormente aumentati, che i consumi delle famiglia sono in costante calo toccando in pochi anni un-5%, il quadro è completo. Del resto lo stesso Documento di economia e finanza (Def) approvato dal Consiglio dei ministri non dà adito a speranze. In recessione siamo e in recessione restiamo.

Il vertice fra Monti e i suoi ministri, Alfano, Bersani, Casini ha solo registrato che non ci saranno misure per la ripresa. Con un ulteriore calo del Pil, le risorse ricavate dalla pressione fiscale sempre più intollerabile sono destinate a coprire il buco del bilancio. E forse i sacrifici imposti ai soliti noti non saranno sufficienti per raggiungere il mitico pareggio nel 2013 (impegno assunto da Berlusconi e poi da Monti). Il Fondo monetario e l’Ocse parlano del 2015.

Camusso a Cisl e Uil: insieme per crescita, fisco, lavoro

Anche alla luce degli ultimi avvenimenti (il vertice di maggioranza che avrebbe sancito un nuovo patto per la governance, il Def e la conseguente conferenza stampa del premier) mettono a dura prova la pazienza dei sindacati.

Per Susanna Camusso, le parole di Monti sono gravi per la condizione sociale in cui versa il paese. “Al di là del riferimento sgradevole alla Grecia, questo governo è di fronte all’autocertificazione che, rispetto ai tre temi che hanno accompagnato il suo insediamento (rigore, equità e crescita), la crescita viene cassata e l’equità non c’e’ mai stata”. Annunciata la mobilitazione per il 10 maggio il leader della Cgil si è poi rivolta a Cisl e Uil avanzando l’ipotesi di una iniziativa di lotta unitaria.

“Dall’esecutivo della Cisl e dalla direzione della Uil sono arrivate decisioni utili – ha detto Camusso – per aprire una stagione di iniziative sui temi della crescita, del fisco e del lavoro. Per questo ho chiesto al direttivo un mandato per la costruzione di una piattaforma comune e ad una mobilitazione unitaria che parta dalle parole scelte per il prossimo primo maggio: ‘lavoro e crescita, politiche per uscire dalla crisi’”

DI: ALESSANDRO CARDULLI http://www.paneacqua.info

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