Termini Imerese: Fiat cessa la produzione a trattative ancora in corso

Termini Imerese: Fiat cessa la produzione a trattative ancora in corso Il metodo Marchionne, un cappio al colo dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, colpisce ancora. Questa volta si tratta di una vera e propria vigliaccata del manager “moderno” che mette ancor più in chiaro il perché dell’uscita di Fiat da Confindustria: avere, sempre e comunque le mani libere in spregio alle condizioni di vita dei lavoratori considerati “merci” privi di valore

Questa volta, forse, si è andati anche al di là, se possibile, delle “operazioni” decise dal Lingotto a Mirafiori, Pomigliano, in altre aziende del gruppo dove sono stati imposti accordi capestro. Il fatto: ancora tutta aperta la tormentata vicenda dello stabilimento di Termini Imerese che chiuderà i battenti, a due giorni dalla trattativa in sede ministeriale fra i sindacati, la Fiat stessa, la DR Motor che dovrebbe subentrare, la Regione e le altre parti interessate Marchionne comunica alle Rsu che dal 23 novembre nello stabilimento cesserà la produzione della Lancia y. Annuncia anche la richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessata attività anche per la sede di Arese dove attualmente sono impiegati 137 addetti. Per loro è applicata la cassa integrazione in deroga fino al 10 dicembre Nei confronti di questi lavoratori, sottolinea la Fiat, saranno attivate iniziative di incentivazione all’uscita. Termini Imerese seguirà la sorte della Cnh di Imola chiusa il giugno scorso e della Irisbus di Avellino.

Masini (Fiom): manovre del Lingotto alla vigilia della trattativa

La decisione che è stata annunciata- sottolinea Enzo Masini, coordinatore nazionale auto della Fiom Cgil- è un fatto molto grave, una pressione, a poche ora da una trattativa non facile, per dare un segnale ai lavoratori e ai sindacati. L’azienda non aspetta neanche la data del 31 dicembre e questo rischia di esacerbare gli animi in una confronto ancora in corso che speriamo il 16 novembre si chiuda positivamente.” Da mesi gli operai sono mobilitati, è stato anche occupato il comune d Termini Imerese. In gioco ci sono la vita e il lavoro di più di duemila persone, fra dipendenti Fiat (1562) e indotto. A rischio il tessuto economico e sociale di una zona della Sicilia, una volta agricola, dove lo stabilimento è l’unica fonde di attività industriale. “E pensare – dice Masini – che solo qualche anno fa nell’aprile del 2008 la Fiat, come da accordi sindacali,aveva in mente di aumentare la produzione della Lancia incrementando l’occupazione”. Ora si sta trattando con altrui gruppi industriali ( DR Motors) ma ancora la soluzione non è stata trovata, non ci sono garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali. Si discute su cassa integrazione, mobilità, l’annuncio della Fiat potrebbe avere gravi conseguenze sull’esito della trattativa.

Camusso: in alto mare il rilancio dell’area industriale

Dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ormai “abituati” ai metodi Fiat::”Non fa tanto scalpore la data del 23 novembre per cui è stata annunciata la cessazione della produzione degli stabilimenti Fiat di Termini Imerese, quanto il fatto che continuiamo ad essere in alto mare rispetto alle famose soluzioni per il rilancio dell’area industriale. Questo mi pare il vero dato drammatico, anche se è un giudizio ormai postumo rispetto a questo governo che ha speso molte parole per sostenere che la Fiat e’ un gruppo innovativo, ma non ha mai speso una parola per difendere l’occupazione e dare risposte agli stabilimenti”. L’annuncio del Lingotto avviene in una fase estremamente delicata del passaggio delle attività da Fiat e DR Motor ” L’accordo non si è ancora concretizzato – afferma Masini – non ci sono garanzie per il futuro dei lavoratori.

Non ci sono garanzie su cig e mobilità incentivante

Due anni di cassa integrazione sono previsti a partire dalla fine dell’anno. Si arriva così alla fine del 2013 quando Fiat dovrebbe passare le consegne a DR e si dovrà usare mobilità incentivante per quattro anni per consentire di avviare un percorso di pensionamento per chi ha i requisiti necessari”. Una situazione in cui -prosegue – la Fiat porta precise responsabilità che si deve assumere fino in fondo. Si tratta infatti di dipendenti Fiat e tali resteranno fino a dicembre del 2013 quando dovrebbe subentrare DR Motor, una azienda automobilistica italiana, fondata nel 2006 a Macchia d’Iserrnia da Massimo Di Risio. Importa componenti dalla cinese ” Chery Auromobile” per assemblarli nelle sue sedi italiane. Fa parte della capogruppo DR Automobiles Groupe che importa e distribuisce autovetture di diverse marche in Europa. A Termine Imerese è prevista la produzione di city car, un Suv e due auto, una del segmento B e una del C
“Anche da questa vicenda, se ce ne era bisogno, dice Masini – viene un nuovo segnale che Fiat se ne vuole andare al più presto dall’Italia, non ha alcun rispetto non solo delle regole, ma soprattutto della dignità dei lavoratori che intende abbandonare al proprio destino quando più gli fa comodo. La trattativa di mercoledì assume un significato molto importante. C’è bisogno di un cambiamento netto di clima. Nessuno si può permettere di giocare sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie.”

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