La Lega abbaia ma non morde

La Lega si schiera compatta a difesa delle pensioni, almeno a parole. Rosi Mauro, vicepresidente del Senato e braccio destro di Umberto Bossi, addirittura invoca la piazza: “Se si arrivasse a un innalzamento indiscriminato dell’età pensionabile a 67 anni il sindacato padano è pronto allo sciopero e scenderemo in piazza”. Ma, da quanto è in grado di rivelare Affaritaliani.it, l’intransigenza leghista è solo di facciata. Una fonte interna al movimento spiega con un’azzeccata similitudine che “la Lega, un partito duro come il semolino, direbbe di sì alla riforma e Bossi di piegherebbe ai voleri del Cavaliere”.

Proprio in queste ore nella sede del Carroccio in via Bellerio è in corso un vertice tesissimo con Bossi, Calderoli, Reguzzoni e Bricolo per preparare il Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio a Roma.

Sull’altro fronte, in queste ore frenetiche, gli ambasciatori di Berlusconi sono al lavoro per disinnescare la ‘mina Bossi’ sulla previdenza:  e non è escluso che in cambio di un sì all’innalzamento dell’età pensionabile il Senatùr ponga la questione patrimoniale: una sua introduzione potrebbe placare la base leghista in subbuglio. Nel frattempo, dopo l’ultimatum di Francia e Germania, il Cavaliere stamattina è salito al Colle per rassicurare il capo dello Stato e garantirgli che l’Italia non è a rischio perché i ‘fondamentali’ sono solidi.

Un concetto già espresso domenica al vertice di Bruxelles e che avrebbe ribadito anche al presidente della Repubblica, preoccupato dagli ultimi sviluppi della situazione economica. Il premier, quindi, cercherà di trovare soluzioni condivise sul dl sviluppo, consapevole che la riforma pensioni potrebbe essere accolta anche dal Senatùr messo alle strette dai diktat europei. Il ministro degli Esteri Frattini intanto ha replicato a Rosi Mauro:  “Sulla riforma delle pensioni la Lega dovrebbe collaborare con il presidente del Consiglio non perché piace a Bruxelles ma perché serve all’Italia”. A Bossi l’ultima parola.

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