Opposizione all’attacco Ci sono volute sette ore per trovare l’accordo fra Pdl e Lega. Cambia la manovra, peggiora per quanto è possibile e, se non si trattasse di problemi che riguardano il futuro del paese e la vita dei cittadini, si potrebbe parlare di una farsa. Di sicuro è un papocchio, una manovra senza capo ne coda, iniqua, depressiva, ancor più di prima. Resta in piedi l’articolo 8 che autorizza i licenziamenti e fa saltare la contrattazione nazionale. Il tratto che caratterizza gli emendamenti, ancora scritti, è che non si toccano le grandi ricchezze, i grandi patrimoni. Al massimo si farà funzionare una sorta di reddito che non serve certo a scoprire gli evasori. Contributo di solidarietà che salta. Certo andava a colpire chi già paga le tasse. Ma, tolta questa tassa, si doveva e si poteva colpire i ricchi, i patrimoni, i redditi da capitale a vantaggio dei redditi da lavoro. Scompare l’aumento dell’Iva. Tornerà nelle disponibilità di Tremonti che utilizzerà il possibile aumento, una specie di tesoretto, per affrontare la riforma fiscale.Restano pesanti tagli ai Comuni
Pensioni. Riscatti di lauree e servizio militare non contano più
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